Le Drag Queen e l’illusoria consistenza del genere. La Feltrinelli - ( Maggio 2015


Corpi ad arte. La drag queen e l’illusoria consistenza del genere 

Non perdetevi l’ultimo appuntamento di Queer Readings! 
Questa settimana abbiamo invitato Donatella Lanzarotta, che presenterà il suo libro Corpi ad arte. 
Le Drag Queen e l’illusoria consistenza del genere. 
Vi aspettiamo venerdì 8 maggio presso ‘la Feltrinelli Libri e Musica’ di via Quattro Spade, 2 alle ore 18. 
Ingresso libero fino ad esaurimento posti.

Seguirà aperitivo al bar Fuoricorso in via Mazza, 7.
Nell’attesa di incontrare Donatella vi lasciamo con una sua riflessione sul libro. 


 «In un mondo in cui le identità di genere incorporano e riflettono sempre più visibilmente le identità nazionali, etniche e religiose, proprio il discorso sul genere sembra essere pericoloso e quindi da arginare poiché potenzialmente destrutturante di certezze identitarie altrimenti ritenute incrollabili. Prova ne sia la crescente invadenza di organizzazioni e associazioni politiche e confessionali, convinte che imporre il silenzio e la demonizzazione delle teorie sul gender sia il modo migliore per confermare e conservare la naturalizzazione di ciò che è invece frutto di percorsi culturali. Ma proprio perché il gender è la chiave costitutiva e interpretativa di molti aspetti del reale (dalla logica di declinazione linguistica, alla strutturazione dei ruoli sociali, alla distribuzione delle risorse materiali e simboliche), ho dedicato il mio percorso accademico ai gender issues. E tuttavia, dopo tanti esami e approfondimenti centrati su manipolazioni sessuali e mutilazioni genitali, stupri di guerra e vite nella transessualità, conflitti di genere nelle religioni occidentali e sperequazioni di genere nelle religioni orientali, ho voluto chiudere il cerchio con un argomento più leggero e insieme poco frequentato – dedicando una tesi, e poi un libro, alla figura della Drag Queen. Per uno strano intreccio di caso e volontà, la Drag Queen, o meglio sarebbe dire il suo corpo, mi ha infatti permesso di esplorare il genere come performance in fieri – tra artisti che attraversano il genere in quanto persone e personaggi, e spettatori chiamati a declinare la propria interazione in base a regole di genere tanto arbitrarie quanto cristallizzate. Nelle settimane della mia ricerca sul campo, la cosa che più mi ha colpito è stata quindi la fiducia accordatami dai miei interlocutori (le 6 Resident Drag Queen del Padova Pride Village 2012), convinti che finalmente si riuscisse a parlare di loro come di convinti testimonial delle battaglie del mondo lgbt e artisti sempre più a tutto conto, e non più come di perturbatori dell’ordine sociale e improvvisatori degni più del carnevale che del palcoscenico – ed è stata questa la mia stella polare nel cercare, scegliere, interpretare e ricostruire tutto ciò che ho visto e sentito. Come dunque la tesi prima e il libro poi mi hanno insegnato a conoscere e rispettare il mondo dei giocolieri del genere, così sarei felice che quante più persone acquisissero le coordinate necessarie a orientarsi tra genere sesso e orientamento sessuale – per poi ricordarsene ogni qual volta si trovino a de/ricostruire il proprio genere: quotidianamente, e senza necessariamente essere una Drag Queen».