VERONA: PATROCINIO AI GAY, IL VERDE CODOGNOLA «MIOZZI SI DIMETTA»

Il presidente della Provincia Giovanni Miozzi concede il patrocinio alla serata contro l'omofobia e ai Palazzi Scaligeri è subito polemica
giovedì 14 aprile 2011 , dal Corriere di Verona

Verona - Il presidente della Provincia Giovanni Miozzi concede il patrocinio alla serata contro l'omofobia al Camploy e ai Palazzi Scaligeri è subito polemica. Se a scagliarsi contro l'analoga iniziativa presa in Comune erano stati gli ex An della Destra sociale, in Provincia ad attaccare è la Lega. Il più duro, l'assessore del Carroccio Giovanni Codognola che arriva a chiedere le dimissioni di Miozzi: «Sarei d'accordo nel mandarlo a casa -sbotta -perché è inaccettabile che un presidente decida una cosa del genere senza consultare nemmeno la giunta» .

In effetti, la concessione dei patrocini rientra a pieno titolo tra le deleghe di pertinenza del presidente, che può quindi agire in piena autonomia. Una libertà che però, in questo caso, a Codognola proprio non va giù. «Come sindaco di Isola della Scala o privato cittadino poteva pure dare il suo appoggio alla manifestazione, ma non a nome di tutta la Provincia» . Il perché? «Andrò a rileggermelo, ma non mi sembra che nel programma dell'amministrazione ci fosse la promozione di serate gay -continua Codognola -.

Gli omosessuali possono fare ciò che reputano meglio per loro, ma non trovo giusto patrocinarli, specialmente in un momento in cui le famiglie sono già allo sfascio» . Così il 5 maggio, giornata mondiale contro l'omofobia, continua a dividere il mondo della politica veronese e una serata teatrale organizzata da Arcigay, Gasp (Gruppo di salute e prevenzione dell'Aids) e Milk (associazione che riunisce gay e lesbiche) può diventare ancora «pietra dello scandalo» . Decisamente più moderato Fabio Venturi, vicepresidente della Provincia, anch'egli in quota Lega.

«Un patrocinio gratuito non mi sembra poi un grosso problema -commenta -. Magari, visto che non si tratta della fiera del broccolo ma di un evento più delicato, sarebbe stato meglio che Miozzi avesse consultato prima la giunta, anche se dal punto di vista formale era nei suoi pieni poteri agire autonomamente. Di certo la Provincia a differenza del Comune non aveva nessun debito morale nei confronti del mondo omosessuale» . Il riferimento è alla mozione sulla famiglia approvata dal consiglio comunale nel 1995, dopo un dibattito nel quale il leghista Romano Bertozzo suggerì di «castrare i gay come capponi» .

La scelta di Miozzi ha comunque spaccato anche il suo stesso partito. Si dissocia dalla linea, infatti, pure il capogruppo del Pdl Alberto Bozza. «La mia è una posizione personale -afferma -. Non avrei mai sostenuto istituzionalmente questa serata, pur non mettendo in dubbio la libertà di ognuno di manifestare le proprie idee o tendenze. Il mio appoggio come rappresentante politico va alla famiglia tradizionale, quella intesa nel diritto civile e canonico» . Non ha nulla da eccepire, invece, l'assessore Marco Luciani (Pdl, ex An come Miozzi): «Non trovo nulla di scandaloso in un patrocinio contro l'omofobia e la discriminazione»

Commenti